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numero collana


Sorrise nuovamente e si rigirò tra le mani una Beretta semiautomatica. «Lo sai, cara mia? Così lucida fai la tua porca figura.» Appoggiò con delicatezza la pistola sul tavolo di legno e posò lo sguardo sul piatto di ceramica che aveva di fronte. Conteneva quattrini. «Sono spiacente, miei cari. Voi dovete rimanere in questo stato.»

maggio 2024

328

978-88-6810-577-8

18,00

Si


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Sinossi

Bologna, in un rovente fine maggio 2020. Il cadavere di un giovane ragazzo spagnolo, venuto in Italia per studiare con il progetto Erasmus, giace sul lettino del medico legale. Apparentemente sembra trattarsi di suicidio, ma alcuni aspetti non tornano, a partire dal ritrovamento di una moneta antica nel palmo della mano sinistra del ragazzo. Bruce Halfod, giovane e geniale criminologo di origini inglesi e dallo stile di vita dissoluto, non crede al suicidio e inizia a indagare come collaboratore esterno della polizia. Intanto, gli omicidi si susseguono senza soluzione di continuità. A Bologna un serial killer va fermato…

L'autore

Filippo Bini

Primo capitolo

1

Sabato
Lo sguardo impaurito correva ora verso l’angosciante immagine che aveva di fronte, ora alla luce volutamente innaturale che permeava e marchiava le sue paure più recondite.
L’Incubo che stava vivendo si fondeva con il titolo stesso dell’Opera e si presentava spesso in maniera angosciante, ultimamente molto di frequente. Anche la sua durata assumeva dilatazioni temporali sempre più lunghe. E tenebrose.
Ora il suo sguardo fissava quello del goffo e demoniaco mostro che, con il suo peso da bestia, inibiva il già difficile movimento alla donna sdraiata e immobile, presente nella scena del quadro di Johann Heinrich Füssli.
I colori crudi, irreali e stridenti, mischiati ora ai bagliori e ora alle luminescenze, gettavano nel panico gli occhi del ragazzo, che ormai non sapeva più se e quando si sarebbe mai svegliato. Anche la spettrale cavalla, che nell’opera conferisce ulteriore enfasi alla gotica e soprannaturale scena, pareva ora fissare nelle pupille la lunga figura che faceva da spettatrice non pagante all’insieme. Ma avrebbe volentieri pagato per essere altrove.

La flebile brezza notturna, che arrivava a malapena a varcare i fatiscenti infissi della camera da letto, non riusciva neppure lontanamente ad asciugare la sua fronte, così imperlata di sudore da fare impallidire qualsiasi atleta al termine del suo sforzo fisico.
Pareva luglio inoltrato. In realtà, i giorni del Toro volgevano al termine e stavano per consegnare il testimone ai Gemelli; ma al caldo non importava nulla del calendario: bramava fondere gli asfalti, prosciugare i già disastrati letti dei fiumi e seccare il grano nei campi, inariditi e già provati da una primavera siccitosa.
E, in quella notte, godeva libidinosamente nel fare girare e rigirare nel letto quella tormentata figura umana, che combatteva contro il suo incubo e contro il caldo opprimente.
Oltre all’umidità malsana che si respirava nel piccolo appartamento, si aggiunse al desolante quadretto una fastidiosa zanzara, che tentò di raggiungere avidamente il collo pallido e bagnato del giovane uomo.
Una figura rosso-dorata emerse dalle tenebre e mise rapidamente fine al tentativo dell’insetto.