Edoardo Guidi detto Edo
Ilaria: - Edo, sai perché siamo qui, vero? -
Edo: (sospira) - Sì. Un’intervista... -
Ilaria: (ride) - Ormai ci conosciamo da un po’. So quanto detesti parlare di te, ma i nostri lettori e lettrici magari vogliono sapere qualcosa di più... -
Edo: - Mi arrendo. Ok, spara. -
Ilaria: - Iniziamo da qualcosa di facile. Età e luogo di nascita. -
Edo: - Ho 38 anni e sono nato a San Giovanni in Persiceto, un comune nella periferia di Bologna. -
Ilaria: (lo guarda con occhi supplicanti) - Ti prego non farmi tirare fuori le parole con le pinze. Argomenta un po' di tua iniziativa... -
Edo: - Ci provo. Allora...cosa posso dire... mio padre è Carlo Guidi, un ingegnere civile, mentre mia madre Lucia Fabbri è sarta e collabora con diversi negozi di abbigliamento del mio comune. Mi sono laureato a Bologna, in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni e ho fatto il volontariato nella Protezione Civile Persiceto per diversi anni. Ora non più purtroppo, con il trasferimento a Bologna ho dovuto lasciare. - (fa una pausa) - Sto andando bene? -
Ilaria: (sorride) – Sì, così mi piaci. -
Edo: (si asciuga il sudore dalla fronte) - Ottimo. Sono un po' agitato, è la prima volta che mi intervistano. -
Ilaria: - Immagino che spererai sia anche l’ultima. - (ride poi assume un’aria minacciosa) - Non ci contare. -
Edo si mette le mani nei capelli e fa una smorfia.
Ilaria: - Altra domanda per metterti a tuo agio. Raccontaci dei tuoi hobby, di cosa ti piace fare. -
Edo: - Amo fare escursioni, passeggiate. Quando devo scaricare lo stress mi piace correre. Salire al Santuario di San Luca lungo i portici è uno dei miei percorsi preferiti. Ehm...mi reputo una persona attiva ma non in modo ostinato. Adoro prendermi dei momenti di ozio. In poltrona, con un bicchiere di whisky e un buon libro. Preferisco i gialli classici. - (si pizzica il naso) – Oddio, se mi ascolto sembro così noioso e prevedibile. Un ispettore a cui piacciono i gialli...ma sei sicura che interessi a qualcuno? -
Ilaria: - Non ti risponderò. Qui le domande le faccio io. - (solleva il mento, fingendosi accigliata) - E ora ne arriva una che è una bomba. Ma ti avverto, io so la risposta. Quindi, se menti, ti sconfesserò. -
Edo: - Dovresti stare dalla mia parte. In realtà sei una donna crudele. -
Ilaria: - Ebbene sì, mi diverto a fartene passare di tutti i colori. – (sogghigna) - Ma non parliamo di me. Dicci perché hai scelto di entrare in polizia. –
Edo: (sospira alzando gli occhi al cielo) - Ok... - (prende tempo strofinandosi bocca e mascella con la mano) - Ha a che fare con la morte di mio zio Edoardo. -
Ilaria: - Porti il suo nome. -
Edo: - Sì, infatti. È morto nella strage di Ustica. Erano molto legati, lui e mio padre. Mio padre è stato annientato dalla notizia. Fa parte dell’Associazione dei parenti delle vittime. Sono cresciuto condividendo non solo il suo dolore, ma soprattutto il suo disperato desiderio di giustizia. L’ho compreso e l’ho fatto mio. Io voglio aiutare. Odio che ci siano ingiustizie, che la gente comune le subisca. E spero di cambiare le cose, se posso, con il mio lavoro. -
Ilaria: (deglutisce, un po' commossa) - Ti sei aperto, bravo. Di solito sei una di quelle noci il cui guscio non si apre neanche a martellate. -
Edo fa a Ilaria una linguaccia.
Ilaria: - Penultima domanda: come ti trovi al Commissariato Due Torri San Francesco a Bologna? La risposta non può essere ‘No comment’ -
Edo: - Nessuna tregua, eh? Bé, onestà. Stavo veramente bene nel mio vecchio commissariato a San Giovanni. Il trasferimento è stato un colpo basso e mi è cambiata la vita. Anche io mi sento cambiato. Sto cercando un mio spazio. A volte mi sembra di andare avanti sgomitando tra la folla. Tenere gli occhi fissi sull’obiettivo è l’unica cosa che aiuta quando le giornate sono difficili. -
Ilaria: - Spiegati meglio. -
Edo: - Voglio dire...ambiente nuovo, regole nuove, compagni nuovi. Non fraintendere, io sono uno che fa squadra. Credo molto nella squadra. Ma con il commissario Primo Pelagatti ci sono un po' di attriti, devo capire come essere per lavorare al suo fianco e non è facile. Ho lasciato un capo, a San Giovanni, che era un amico. Quindi la differenza tra le due situazioni è il doppio. Ma ciò che importa, alla fine, è lo scopo: fare bene il mio lavoro. A qualsiasi condizione. -
Ilaria: - Ottimo. Tieni duro allora. Ultima domanda. Questa è dedicata alle nostre lettrici. - (mima il rullo di tamburi con le mani) - Sei fidanzato? - (si avvicina, gli lancia un’occhiata maliziosa e sussurra) - Prima che tu risponda voglio solo farti notare che un bell’uomo snello, spalle larghe, alto quasi un metro e novanta, capelli castano-rossicci corti e spettinati e, dulcis in fundo, caldi occhi color nocciola potrebbe avere una valanga di ammiratrici se dicesse la magica parolina ‘single’ -
Edo: (ride con gusto) - Mi spiace, non sono single. -
Ilaria: - Non ti smentisci mai. Corretto fino alla morte. Comunque grazie Edo per aver sopportato la graticola. -
Edo: - Grazie davvero ai lettori e alle lettrici che seguono le mie avventure in commissariato. Sono onorato. -
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Indagine n° 2
