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numero collana


Ancor prima di potersi voltare per capire da chi fosse venuto quel monito, si era sentito trapassare da una lama.
Aveva urlato forte ed era balzato a sedere sul letto.
Il respiro affannoso e il battito a mille gli avevano fatto capire che non avrebbe retto ancora a lungo quella situazione.

aprile 2025

220

9788868106430

16,00

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Sinossi

Il celebre critico d’arte Ignazio Riva viene trovato morto nella sua lussuosa villa, colpito alla nuca con un attizzatoio da camino. Il caso finisce nelle mani del capitano dei carabinieri Sofia Crisalide, una donna fuori dagli schemi che si trova a lavorare nuovamente fianco a fianco con la giornalista di cronaca nera Marina Pernaccioni. Oltre all’indagine, le due devono fare i conti con una pericolosa rivalità sentimentale: entrambe sono attratte dal magistrato incaricato del caso, Alberto Locatelli.
L’omicidio sembra legato a un clamoroso scandalo artistico: il giorno prima, durante una prestigiosa mostra ad Alessandria, Riva aveva dichiarato che un presunto capolavoro ritrovato, attribuito a Giovanni Boldini, era in realtà un falso. Questa rivelazione aveva messo in difficoltà l’organizzatore dell’evento, Giovanni Nigido, la sua assistente Paola Musso e la nota critica d’arte Dorotea Bensi, che aveva garantito per l’autenticità dell’opera.
L’indagine si complica, svelando un intricato intreccio di truffe, ambizioni e vendette personali, fino alla rivelazione finale che cambierà ogni prospettiva.

L'autore

Bruno Volpi

Primo capitolo

PROLOGO

Dal lucernario del soffitto, un indiscreto raggio di luce era andato a illuminare il décolleté di Francesca, infondendole un fascino ancor più manifesto di quanto lui si sarebbe aspettato.
Per un momento si fermò, incantato, ad ammirarla.
Si chiese come mai non avesse voluto indagare sul passato della donna che aveva di fronte e che aveva deciso di chiamare, confidenzialmente, Francesca.
— Ti facevi chiamare così prima del matrimonio, vero cara?
Nessuna risposta.
Si avvicinò per osservarla da vicino. Era quasi tentato di abbracciarla, se ciò fosse stato minimamente possibile.
— Certo che non c’è davvero da stupirsi se hai avuto così tanti ammiratori! — esclamò con un sorriso quasi beffardo. E aggiunse: — Sono tentato di tenerti qui con me, sai?
Ancora una volta non vi fu risposta.
— Fai bene a tacere. Tanto sai che non lo potrò fare. — Una pausa. — Abbiamo un piano da portare a termine noi due. Poi, ognuno per la propria strada, come se non ci fossimo mai incontrati, come se tu non fossi mai stata mia!
Mentre pronunciava queste parole, il suo volto si era fatto serio.
Il tempo stava per scadere. Occorreva agire.
Col suo fascino, Francesca avrebbe attirato su di sé tutti gli sguardi, rendendo ancora più smanioso e impaziente, quasi geloso, l’uomo a cui era stata promessa.
E lei sempre lì, a farsi ammirare, certo, ma tenendo tutti alle dovute distanze.
Sfolgorante, ma composta. Invitante, in quell’abito di velluto nero che le lasciava le spalle scoperte.
Severa e sorridente al contempo. Lo sguardo fiero, dritto davanti a sé.
Soprattutto, muta e riservata, come si addice a una vera signora, con quell’alone di mistero tipico delle donne che vengono dal passato.